cooperativa
Teatro Il Loto
Campobasso - Molise
Un teatro di un piccolo Borgo diventato, grazie alla volontà di un gruppo di cooperatori, una realtà culturale del Sud Italia
Il teatro del Loto è stato creato più di 10 anni fa, inseguendo un sogno ma pure una sfida alla loro terra: a quella riottosa indolenza che contraddistingue il Molise, all’ospitale ruvidezza che ne caratterizza la quotidianità, spesso accompagnata da incapacità di fare rete e cooperare quale gruppo solidale, per il bene comune. Il Molise è probabilmente un ossimoro, nel suo essere un Sud di montagna. Vi mancano le potenti e aggregative visioni nordiche ma pure la creativa individualità, solare e festosa, del Sud del Mediterraneo. Il Molise è spesso freddo, sempre più spopolato e recessivo, come tutti gli indicatori demografici ed economici denunciano. Per qualcuno “non esiste” (è il suo slogan, oggi, più identitario). Per qualcun altro – e loro fra questi – rappresenta un Locus Animae e un’imprescindibile sfida, da regalarsi.
Beh, in questa terra che un giorno vogliono lasciare e un altro gli manca, che spesso li ferisce ma che non riescono a non amare, dove comunque si ostiniamo a vivere e a “fare impresa” con felicità, più di quindici anni fa cominciò a prendere forma un sogno chiamato Loto: in apparenza impossibile ma poi inseguito quotidianamente, con tenacia e caparbietà, anno dopo anno, giorno dopo giorno; coltivato senza porsi un limite d’arrivo. La misura di un gesto folle, forse, al contempo futurista e demodé, ma che, alimentato da un’adrenalinica ricerca di bellezza, cultura dell’ospitalità e passione per il lavoro, ha reso possibile la nascita di questo teatro; diverso da tanti teatri visti ma con l’ambizione di rappresentare una summa di architetture sceniche d’ogni tempo e luogo. Un teatro con una visione, capace di declinare insieme etica, estetica, funzionalità e culture diverse e che, già nella sua costruzione, si è imposto di guardare e raccontare il mondo.
Un gioiello scenico che distingue il Molise e che questo può oggi vantare fra i suoi beni culturali. Qualcuno li prendeva per folli, quando hanno cominciato a immaginare questo progetto, mostrando in giro un plastico in balza, di quello che sarebbe poi diventato il Loto. Un plastico utile a cercare fondi necessari per realizzare la prima ristrutturazione degli interni della Vecchia Casa canonica di Ferrazzano che, nel frattempo, Don Giovanni Cerio, il vecchio parroco, gli aveva fittato, dando principio e concretezza alla loro visione. Dopo un paio d’anni di ricerca, grazie a fondi europei, hanno dapprima trasformato il seminterrato di quell’edificio in una sala teatrale modulare e moderna, arredata con materiali di pregio e richiami a culture lontane.
Poi hanno avviato il restauro e la trasformazione del piano alto, creando il Tribeca Ferentinum Studio (il Ridotto del Loto dedicato a Robert De Niro, la cui famiglia ha origini a Ferrazzano) che da sempre ospita la nostra Scuola Propedeutica d’Arte Scenica. Infine, hanno dato corso al restyling del Bistrot (già in passato ristorante).