Testimonianza
Da piccoli a grandi, l’impegno di Secondo Ricci
Emilia-Romagna
Uno dei promotori dell’aggregazione cooperativa in Emilia Romagna
Secondo Ricci, classe 1946, la cooperazione in Romagna l’ha vista crescere e consolidarsi. È stato uno degli attori principali dei tanti percorsi di progettazione, integrazione e aggregazione che hanno reso la cooperazione agricola emiliano-romagnola una delle più importanti d’Italia e del mondo. Dall’impegno in parrocchia e poi come delegato diocesano dei giovani dell’ambiente rurale “che è stato il mio primo impegno sociale, la prima volta che mi sono dovuto confrontare oltre che con il mio interesse anche con quello degli altri, della collettività – racconta lo stesso Ricci -, sono entrato nel Movimento Giovanile della Coldiretti faentina e poi, dal 1970 al 1980, ho ricoperto l’incarico di consigliere comunale”. I due mandati in Consiglio Comunale a Faenza, uno come consigliere di maggioranza e uno all’opposizione, Secondo Ricci li ha portati avanti in parallelo alla propria attività per l’azienda agricola di famiglia. “La politica allora era un qualcosa in più, la si faceva come volontari senza gettone di presenza. In generale c’era un altro clima. Fra maggioranza e opposizione c’era un rapporto non di attacco alla persona ma alle idee e a livello personale riuscivamo a rispettarci. Quello che disturba e dispiace della politica di oggi è il continuo attacco personale”. Nel 1980, in seguito alle dimissioni di un consigliere dell’allora Paf di Faenza, Ricci viene “cooptato” nel consiglio e comincia anche il suo impegno all’interno di Confcooperative Ravenna. “La frutticoltura sul territorio era in forte crescita. Erano gli anni della trasformazione della mezzadria e nelle nostre campagne lavoravano tante famiglie e tanti giovani. Sono gli anni in cui comincia la specializzazione e avviene la trasformazione vera e propria del settore nel nostro territorio. Come consigliere di Paf mi viene chiesto, in particolare, di seguire Corovim, il settore vino della cooperativa”. Pochi anni dopo, quando Giovanni Dalle Fabbriche si dimette dalla presidenza della Paf per seguire le allora Casse Rurali, Secondo Ricci ne diviene presidente, incarico che manterrà per 14 anni. “Nel frattempo comincia la trasformazione della Paf in quella che sarà prima Intesa e poi Agrintesa. Il mondo della frutticoltura stava cambiando e c’era la necessità di aumentare forza contrattuale e quantitativi. Gli stessi imprenditori agricoli sentivano il bisogno di più stabilità e aumentare le dimensioni della cooperativa era sentita come una necessità. Una fase di trasformazione impegnativa che ha coinvolto tante piccole realtà della pianura romagnola”. Verso la fine degli anni ’80 anche in Caviro cominciano gli anni della trasformazione: “L’imbottigliamento in quel momento soffriva, avevamo costruito uno stabilimento importante ma la quota di mercato era ancora troppo piccola. Al contrario il comparto distillerie aveva una rendita importante. Siccome i soci di Corovim e di Caviro erano gli stessi si decise di fare un’unica cooperativa e così nasce la Caviro che conosciamo oggi. Io allora ero presidente sia di Paf che di Apo Conerpo (incarico che manterrà dal 1990 al 1999) e, insieme ad altri, riuscimmo a fare l’unificazione degli uffici commerciali delle due strutture. Negli stessi anni entro nei consigli di Calpo e Conserve Italia”. Alla morte di Giovanni Dalle Fabbriche, avvenuta nell’agosto del 1992, Secondo Ricci diviene presidente della Cassa Rurale ed Artigiana di Faenza. Un incarico che manterrà per 6 anni, fino al momento dell’unificazione con le Casse Rurali di Lugo e Russi-Ravenna. “A quel punto nasce la BCC ravennate e Francesco Scardovi ne diviene presidente. Io resto con l’incarico di vicepresidente per concentrarmi su Caviro di cui avevo assunto la presidenza da meno di un anno (Ricci resterà in Caviro fino al 2013). Dopo la fusione con Corovim un altro passo importante per Caviro è stato l’accordo con Hera per valorizzare le biomasse. Il settore energetico dà ulteriore impulso alla cooperativa e valorizza tutta la filiera: un impegno che l’azienda sta continuando a portare avanti e che oggi la vede impegnata anche nella produzione di biometano”. Nel 2010 Francesco Scardovi lascia la presidenza di quella che era diventata la BCC ravennate e imolese e al suo posto viene eletto Secondo Ricci. Sotto la sua presidenza si fa un ulteriore passo nella direzione di una BCC romagnola con la nascita de LA BCC ravennate forlivese e imolese e si lavora per portare a termine la riforma delle Banche di Credito cooperativo.