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Cooperativa Sociale Il Villaggio di Esteban
Salerno - Campania
Un modello fondato sul pensiero di dare un futuro a chi è più svantaggiato.
Quello che nel tempo è divenuta un vera legge e cioè il “Dopo di noi” è sempre stato un obiettivo principe della loro compagine sociale. L’accoglienza e l’assistenza sì, ma con una finalità ben precisa: accompagnare i nostri amici e costruire con loro un vero percorso di vita autonoma. Immaginare di accompagnare ragazzi e ragazze affetti da disabilità, sia fisica che mentale, ad affrancarsi dal puro assistenzialismo e condividere un’esperienza di convivenza è una delle tante sfide della cooperativa sociale “Il Villaggio di Esteban”, che fin dagli anni Novanta, ha posto al centro delle sue priorità il futuro dei suoi utenti, molti dei quali, crescendo, avrebbero perso l’appoggio e la presenza dei loro genitori. Oggi quegli ex ragazzi, adesso adulti, sotto l’ala della cooperativa e del suo staff professionale, sperimentano la vita e la responsabilità del vivere, gestendo i propri spazi nel Gruppo Appartamento “La Tana di Dimitri”.
L’appartamento è stato messo a disposizione della cooperativa, attraverso una donazione dal papà di uno dei ragazzi attualmente ospiti. L’idea era proprio quella di far sì che la casa, che fino a quel momento era stata la dimora della famiglia, continuasse nel tempo, anche senza la presenza paterna, come la propria casa e perché no, che venisse aperta a chi ne avesse avuto bisogno. Tanti sono stati i pomeriggi passati a chiacchierare con papà Antonio, preso dalle tante preoccupazioni per la propria salute e per il futuro del figlio. Preoccupati anche noi per quanto lo attanagliava e appesantiti dall’enorme responsabilità che derivava dalle sue decisioni in merito. Nell’appartamento gli ospiti vivono in autonomia per la maggior parte del tempo. Un educatore è presente per qualche ora al giorno, il tempo di salutare i ragazzi, di prendere un caffè insieme, di confrontarsi sulle decisioni e sulle scelte della giornata.
Per il resto, gli ospiti sono completamente autonomi: si organizzano per le faccende domestiche, per la spesa, per rassettare. Ognuno ha il proprio compito e le proprie responsabilità all’interno del gruppo, come accade in tutte le famiglie. Il percorso di crescita verso l’autonomia di questi utenti della cooperativa – che sarebbe meglio chiamare amici – è uno dei maggiori motivi di orgoglio per i soci de “Il Villaggio di Esteban”. D’altronde, l’autonomia, la capacità di gestirsi è spesso ciò che comunamente si fa più fatica ad aspettarsi da chi è in difficoltà, sia per una disabilità psico-fisica, sia sensoriale, ma anche per chi soffre problematiche psichiatriche.
Per questo il progetto de “La Tana di Dimitri” è un successo, un esempio, quello che oggi viene sottolineato come “eccellenza”, parola spesso abusata per contraddistinguere realtà che basano il loro percorso sempre e soltanto sull’assistenza, tralasciando spesso il vero ruolo della accoglienza: rendere liberi attraverso l’autonomia. I ragazzi de “La Tana di Dimitri” hanno ben compreso quello che la cooperativa sta facendo per loro e in questo modo hanno ripreso coscienza del proprio io, delle proprie qualità e di come utilizzarle nel mondo.