cooperativa
Cooperativa Capitolina FAI
Roma - Lazio
Assistere chi ha bisogno, un’attività su cui si è costruita una solida impresa, fautrice di solidarietà
La Cooperativa Capitolina nasce il 17 dicembre 1985 come cooperativa di assistenza negli istituti religiosi, nel comune di Roma, e attualmente ha 58 soci. Fin dal 1973 l’ Api-Colf, (Associazione Professionale Collaboratori Familiari), per mezzo del proprio ente di formazione professionale «Casa Serena», iniziò a fare nel Lazio corsi di specializzazione per Assistenza Domiciliare. A seguito di questi corsi i vari comuni italiani iniziarono a organizzare l’assistenza soprattutto a persone anziane, assumendo direttamente le assistenti, con il rischio, come diceva Padre Erminio Crippa, fondatore dell’API-COLF, di trasformarle in «Serve del Comune», poiché molte delle persone assunte cambiavano il loro stato lavorativo diventando impiegate. Per questo si pensò di affidare il servizio alle cooperative create apposta per questo.
Anche Roma ebbe le sue cooperative per compiere il servizio assistenziale, però con una clausola: “le cooperative non dovevano superare il numero di 25 soci”. Dall’Api- Colf furono fondate varie cooperative in tutta Italia e a Roma fu istituita la Cooperativa F.A.I., che iniziò il suo servizio nel 1979. Intanto la formazione professionale, voluta dalla regione e gestita da Casa Serena, continuava a formare sempre più assistenti che, nel giro di pochi anni, occuparono tutti i posti disponibili nelle cooperative in servizio al Comune di Roma. A questo punto non essendoci più posto nelle cooperative Padre Celi si impegnò a fondare un’altra cooperativa espressione dell’API-COLF con lo scopo di prestare il proprio servizio esclusivamente ai privati.
Arrivò il sospirato 17 dicembre 1985 e per fondare la cooperativa si presentarono 8 persone. La legge ne richiedeva almeno 9 e grande fu il disappunto di Padre Celi. Si aspettò che arrivasse qualcun altro, ma il tempo passava e nessuno veniva. Alla fine arrivò finalmente la nona persona e si diede vita alla Cooperativa capitolina FAI. Con l’avvio delle attività si pose il problema del finanziamento della cooperativa. Padre Celi ne parlò con un suo ex alunno dell’istituto Marconi di Messina, Francesco Cancellieri, in arte Cafra che all’inizio della sua carriera di pittore, scultore e gallerista, era stato aiutato, anche economicamente, proprio da Padre Celi. Per cui nacque l’idea di organizzare una mostra di quadri da vendere a favore della cooperativa stessa. All’esposizione avrebbero preso parte anche altri artisti internazionali, con delle loro opere.
Si doveva però trovare un luogo prestigioso e una personalità politica di rilievo per l’inaugurazione. A questo punto Padre Celi si rivolse all’onorevole Giulio Andreotti, che allora presiedeva il suo sesto governo. Il presidente Andreotti aderì subito alla richiesta di aiuto, si rese disponibile per la stampa del catalogo della mostra e invitò Padre Celi a parlare con il direttore del complesso monumentale di San Michele a Ripa, che alla fine concesse per la mostra la prestigiosa sala de Chirico. La mostra fu un successo, ne parlarono molti giornali, e la cooperativa ottenne i suoi fondi per andare avanti.
La cooperativa poco a poco si solidifica, prende piede, si dirama in vari Istituti religiosi. Negli anni si consolida lo stare insieme. In trent’anni di storia hanno fatto un lungo cammino, fatto di lavoro e impegno, sempre fedeli alla loro mission: l’assistenza all’anziano. Dalla loro debolezza iniziale, piano piano, sono riusciti a raggiungere con forza i loro ideali. Tutto questo è stato possibile grazie a tutti quei soci che si sono sempre impegnati, con molta disponibilità nelle sostituzioni di emergenza, grazie a tutti i soci che con il loro lavoro hanno contribuito alla crescita della cooperativa. E grazie soprattutto a Padre Celi che li ha fatti nascere con una profonda determinazione e che con il suo sostegno li ha accompagnati fino ad oggi.