cooperativa
Casa della Gioia e del Sole
Modena - Emilia Romagna
Una realtà diventata un modello di accoglienza e assistenza di persone anziane.
Era il 12 gennaio 1987 quando fecero il loro ingresso i primi quattro ospiti della Casa della Gioia e del Sole, la struttura per anziani di Modena. Una decina di anni prima (1978), in occasione della consacrazione della nuova chiesa parrocchiale del SS.Crocifisso–Santa Caterina, il parroco don Sergio Mantovani (cappellano dei piloti di Formula 1) aveva annunciato l’intenzione di costruire una “casa” per anziani in quella che all’epoca era periferia cittadina. La prima pietra venne posata nel 1982; dopo varie vicissitudini, grazie anche al contributo dei parrocchiani e dell’associazione volontarie del S. Cuore, cinque anni dopo entrarono i primi ospiti. La Casa della Gioia e del Sole è stata la prima struttura privata di Modena a convenzionarsi con il Comune per la gestione di una parte dei posti letto.
Dopo qualche anno, visto l’aumento delle richieste, venne ampliata la casa, che oggi accoglie 78 persone di età compresa fra i 60 e 101 anni. Negli oltre trent’anni di apertura sono stati ospitati circa 760 anziani, alcuni dei quali per più di 25 anni, mentre quasi 600 sono le persone che hanno lavorato nella struttura. La Casa della Gioia e del Sole, accreditata con la Regione Emilia Romagna, è gestita dall’omonima cooperativa sociale. Senza alcuna finalità di lucro, la cooperativa ha lo scopo di promuovere e intraprendere iniziative di carattere assistenziale nei confronti degli anziani e dei disabili, contribuendo così a realizzare il sogno del suo fondatore, da sempre attento alle necessità delle persone e delle famiglie e impegnato nella visita ad anziani e ammalati.
Attualmente nella Casa della Gioia e del Sole lavorano circa settanta persone tra dipendenti e liberi professionisti: sono medici, infermieri, fisioterapisti, responsabili delle attività assistenziali, operatori socio-sanitari, animatori, addetti alle attività alberghiere e di cucina, impiegati amministrativi. I soci sono una quarantina, tra lavoratori e volontari. Lo spirito che ha sempre animato la gestione della cooperativa, suscitato da don Sergio Mantovani (scomparso a settembre), è stato rispondere con una modalità del tutto originale ai bisogni delle persone anziane e sole del territorio, offrendo un servizio di qualità sotto tutti i punti di vista, coinvolgendo anche numerosi volontari.
Antonio Ferraguti, nuovo presidente della Casa della Gioia e del Sole, sottolinea la grande responsabilità di dare seguito all’esperienza promossa da don Sergio Mantovani e rimarca come, essendo la cooperativa senza finalità di lucro, l’importo delle rette sia sempre stato calmierato il più possibile con l’obiettivo di mantenere la gestione in equilibrio e, nello stesso tempo, accantonare le risorse necessarie per le manutenzioni e gli indispensabili investimenti tesi al miglioramento della struttura. Dal 1987 a oggi i bisogni degli anziani e delle loro famiglie sono molto cambiati. Nata per persone autosufficienti, da tempo la struttura ha registrato l’aumento di ospiti con patologie dementigene e situazioni polipatologiche di accompagnamento alla fase finale della vita.
È in questo contesto che il cda sta valutando investimenti pe adeguare ulteriormente la struttura e dare risposte efficaci alle persone affette da demenza. «Un grande valore aggiunto è rappresentato dai volontari – sottolinea Ireneo Maruccia, coordinatore della Casa della Gioia e del Sole – che ci aiutano a restare coerenti con l’impostazione data da don Sergio, il quale ha sempre detto che “gli anziani da noi si trovano bene perché la nostra è una struttura familiare”». Attenta all’evoluzione sociale e ai bisogni del territorio, la Casa della Gioia e del Sole è inserita in un contesto parrocchiale che può essere considerato antesignano delle cooperative di comunità. Infatti, fin dal 1961 don Sergio Mantovani ha realizzato una scuola materna che tuttora la parrocchia gestisce e una palestra, inaugurata nel 1997, dedicata al pilota di Formula 1 Elio De Angelis, morto in un incidente in pista nel 1986.
Nel 1988 il padre del pilota, il costruttore romano Giulio De Angelis, fu rapito in Sardegna e don Sergio si offrì ai sequestratori come ostaggio e mediatore nel pagamento del riscatto. Anche questa vicenda, fortunatamente conclusasi positivamente, dà l’idea di quanto don Sergio abbia speso quotidianamente e generosamente la propria vita per il bene degli altri e come, attraverso la realizzazione delle opere parrocchiali e sociali ricordate, abbia tradotto in pratica i principi di fedeltà al Vangelo, di carità cristiana e solidarietà, interpretando in modo del tutto originale l’agire cooperativo. Grazie allo spirito tuttora vivo di don Sergio Mantovani, oggi la Casa della Gioia e del Sole, raccogliendo il testimone di quanto fatto finora, guarda con consapevolezza e fiducia al futuro cercando di rispondere alle nuove necessità col medesimo animo.