cooperativa
Alberto Abrate, Società Cooperativa Sociale
Alba - Piemonte
Una realtà impegnata nel sociale al fianco dei malati psichiatrici e che ha fatto di questo lavoro una sfida per migliorare le persone, i lavoratori e l’intera comunità
La cooperativa è intitolata al medico Alberto Abrate, morto prematuramente, figura di primo piano dell’Azione cattolica e della Conferenza di San Vincenzo di Alba negli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento. Il primo presidente, Piergiorgio Marasso, era meccanico specializzato alla Ferrero e utilizzava il diploma di infermiere professionale che aveva conseguito per svolgere volontariato, tenendo corsi per insegnare alle persone ad assistere i propri malati a casa. All’inizio la cooperativa svolgeva assistenza psicomorale (badanza) nell’Ospedale. Dopo la legge 381/91 corsi di aggiornamento, rapporti con la Cooperativa Operatori Sociali e con la Cisl contribuiscono a sviluppare una nuova progettualità. Dal primo gennaio 1992 la gestione è assunta dalla cooperativa , si cerca un alloggio più grande per ospitare un maggior numero di ragazzi, ci si basa su operatori.
Con la presidenza di Livio Predieri (1992-1997) si è ampliato l’oggetto sociale, si è promossa un’ ulteriore cooperativa “per l’integrazione sociale e lavorativa di soggetti svantaggiati”, si è operato per qualificare con corsi di formazione su aspetti psicologici e tecnici il servizio di badanza ospedaliera che è stato esteso a Mondovì e anche a domicilio, sempre cercando di contrastare i servizi “in nero”. Tante sono state le donne (non qualificate, spesso con situazioni familiari complicate, molte straniere) che hanno potuto contare su una entrata significativa ma anche, specialmente le più sensibili, svolgere un lavoro che le ha fatte sentire vicine a chi soffre. Con la presidenza di Anna Levi (1997-2015) si è realizzata la nuova sede per la comunità alloggio: si è acquisita una casa con cortile e giardino nella popolosa frazione di Mussotto d’Alba e la si è ristruttura rendendola completamente adeguata alla lettera e allo spirito della normativa regionale. Gli anni più recenti sono stati caratterizzati da due grandi svolte per la cooperativa. La prima è stata molto triste, la chiusura del servizio di badanza che era quello per il quale la cooperativa era partita. Negli anni è stato impossibile trovare una regolazione salariale e contributiva adeguata a un servizio rivolto a privati che non intendono spendere oltre certi limiti e che finiscono per scegliere forme di lavoro meno regolamentate. La seconda svolta, molto impegnativa e sfidante, è stata quella di gestire i servizi assistenziale, educativo, infermieristico e fisioterapico nella Piccola Casa della Provvidenza Cottolengo di Bra, con maggiori complessità organizzative e con le richieste di un privato “speciale” per storia e attenzione alla persona.
Un lungo cammino: nuovi servizi, più soci lavoratori e fatturato, cercando però di conservare le motivazioni di quel piccolo gruppo iniziale di volontari e di operatori.