cooperativa Al Calmiere, società cooperativa sociale
Verona - Veneto

Comunita
Settore
Welfare
Storia, Territorio
1919
Nasce nel
Stare insieme, lo spirito del cooperare

All’ombra del campanile di San Zeno, da 100 anni c’è una cooperativa che tiene unite le persone, andando incontro ai loro bisogni

La cooperativa è la più vecchia ancora esistente tra quelle sorte all’interno delle mura di Verona. Ad oggi conta circa 220 soci che si ritrovano per attività sociali, culturali e ricreative all’ombra del campanile di San Zeno. Da un ristretto gruppo di amici è diventata oggi un punto di riferimento per l’intero rione ed è aperta ai soci, alle associazioni e ai cittadini del luogo, disponibile e amica di chiunque voglia accedere all’antica sede: un edificio del ‘500 disposto su tre piani, che ancora oggi, dopo un sapiente restauro, mostra i segni del passato. “Per comprendere questa storia, bisogna farsi ad un tempo remoto” cantava Guccini pensando alla Genesi dell’Universo. Ma anche per comprendere la sua storia è necessario rifarsi ad un tempo ormai remoto, al primo ‘900, alla sua situazione sociale ed economica, agli stravolgimenti che condussero l’Europa dalla “Belle Epoque” al clima rivoluzionario del primo dopoguerra.
È allora che è iniziata la loro storia, da un gruppo di operai che abitavano nel rione di San Zeno e che ogni giorno, stanchi della giornata passata a lavorare, si ritrovavano all’osteria per passare un po’ di tempo insieme e giocarsi a bocce il quartino di vino. Ma i prezzi (siamo nell’immediato primo dopoguerra) continuavano a correre. Un bel giorno del 1919 gli amici decisero di porre un freno alle spese e acquistarono in gruppo una damigiana di vino da dividere tra loro a prezzo appunto “calmierato”. Nacque così la “Società Anonima Cooperativa del Calmiere sul Vino in San Zeno in Verona”, tra qualche sedia impagliata, un tavolaccio ed una damigiana di vino nero. Detto così sembra un inizio facile, ma appena si approfondisce non può non destare meraviglia che la società nata spontaneamente da questo gruppo di amici sia potuta crescere e, pur con necessari adeguamenti statutari e di nome, sia passata indenne attraverso il periodo fascista, la seconda guerra mondiale, la caduta della monarchia, e abbia proseguito poi fino ai giorni nostri. Desta particolare ammirazione che i soci nel 1923 si siano spontaneamente “tassati” per acquistare un edificio in cui poter stabilire la sede. Ed è questa certamente l’operazione più importante in cento anni di storia solidale. Occorre pensare a com’era Verona allora e a come la gente viveva. San Zeno era un rione sì dentro le mura, ma di fatto staccato dal corpo della città: case di popolo attaccate al campanile e una sottile fila di case lungo le Rigaste. Tutto il resto era vuoto, solo caserme, prati, orti e alcune proprietà ecclesiastiche.
Il ponte più vicino era quello di Castelvecchio, borgo Trento non esisteva e neppure esistevano borgo Milano e tantomeno il Saval e il quartiere Navigatori; lo sviluppo edilizio sarebbe timidamente iniziato alla fine degli anni ’20. E la gente non era certo propensa a spostarsi come lo è oggi. Riflettere sul tessuto urbano e sociale del rione e vedere che 74 persone “comuni” (vista la densità abitativa di allora, praticamente uno per ogni famiglia) non certo ricche e di normale se non umile estrazione sociale si sono tassate nel 1923 per un totale in atto di acquisto di £ 60.000 per il solo scopo di poter “stare insieme”, beh, questo deve far riflettere su cosa voglia dire cooperare!