cooperativa
Il Millepiedi
Rimini - Emilia Romagna
Un progetto che pian piano ha preso forma. Una storia fatta di passione, competenza, sogni, difficoltà
La cooperativa sociale Il Millepiedi nasce nel 1988 a Rimini e oggi rappresenta 152 soci lavoratori. È operativa in diverse aree della provincia di Rimini con servizi per l’infanzia, per i minori, per le persone con disabilità o in condizione di svantaggio sociale ed economico. “Siamo un gruppo di persone che desiderano prendersi cura del mondo in cui viviamo e aspirano al raggiungimento di una reale giustizia sociale con particolare attenzione alle situazioni di bisogno, emarginazione, disagio e svantaggio sociale”. Era infatti il 1988 quando un gruppo di giovani della parrocchia del Crocifisso, insieme ai loro capi-scout, decisero di mettere in pratica quello che l’Agesci aveva loro insegnato: lo spirito di servizio, l’attenzione agli ultimi, il desiderio di rendere il luogo in cui si vive un posto migliore. Il Millepiedi” nasce come cooperativa di servizi che si attiva per realizzare progetti dedicati alla socializzazione dei bambini e progetti di educazione ambientale.
Successivamente nascono i Get (Gruppi educativi territoriali) con il loro carico di novità: non più un intervento domiciliare ma di gruppo, improntato alla relazione. Il 1996 segna uno spartiacque fondamentale: un gruppo di soci propone la trasformazione in cooperativa sociale, coerentemente con la legge del 1991 sulla cooperazione sociale. L’assemblea approva all’unanimità e da quel momento inizia una ricca attività di progettazione. Nel 1998 apre le porte “Casa Macanno”, un gruppo appartamento per persone con disabilità, a cui seguiranno altri gruppi. Vengono avviati servizi per la prima infanzia e progetti di intervento in strada per adolescenti. Nel 2000 è la volta del “Centro Nous” che accoglie giovani con disabilità psichica grave. “Il Millepiedi” non avrebbe potuto crescere senza una collaborazione costante con le istituzioni e con altre realtà del privato sociale.
Nel 2003 viene siglato il primo accordo con la Fondazione San Giuseppe, nel 2004 la cooperativa partecipa al progetto di “Città Educativa” insieme a Fondazione San Giuseppe, Fondazione Enaip e Ceis e all’organizzazione di giornate di confronto e formazione per educatori e responsabili. Da questa esperienza nascerà l’intuizione del Consorzio Mosaico, inaugurato nel 2007. Il Millepiedi aderisce a coordinamenti nazionali come Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie e Cnca (Coordinamento nazionale comunità di accoglienza). Non manca uno sguardo alla realtà internazionale, partecipando alla fondazione e allo sviluppo della Ong riminese EducAid. Gli ultimi anni sono dedicati a implementare le diverse aree di gestione e all’apertura di nuovi servizi. Alla cooperativa vengono affidati il Centro per le Famiglie del Comune di Rimini e quello del Comune di Santarcangelo, il servizio di mediazione familiare dei Comuni del Rubicone.
Si inaugurano le attività per bambini e ragazzi con autismo a Villa del Bianco, a Misano. L’area infanzia sperimenta metodologie innovative come l’otudoor education. Nel 2015 nasce il ramo di tipo B della cooperativa, per l’inserimento lavorativo di persone in situazione di svantaggio. Maurizio Casadei, fondatore e presidente della cooperativa: “In questi 30 anni la cooperativa è cresciuta, sempre in ascolto delle esigenze del territorio. Un sogno nel cassetto che pian piano ha preso forma. Una storia fatta di passione, competenza, sogni, difficoltà. Una tra le tante storie significative di questo territorio ma per noi importante perché dentro c’è un pezzo della nostra vita. La persona è il centro di ogni attività de Il Millepiedi. ‘Mi avete voluto bene’: è la voce che vogliamo salga dalle persone che abbiamo accanto a noi. E’ in fondo la nostra mission non scritta e la prima verifica dei risultati raggiunti. In ogni ambito di intervento, il fattore decisivo è la relazione che nasce. Offrire proposte educative, intervenire sui bisogni, sostenere situazioni di disagio è possibile, solo nella consapevolezza che ogni donna ed ogni uomo porta con sé un valore assoluto, che non può e non deve mai essere ricondotto a schemi di efficienza o produttività. Il prendersi cura dell’altro è un fatto che riguarda ciascuno di noi, ogni giorno, a prescindere dal tipo di ruolo lavorativo che svolgiamo”.