cooperativa La BCC ravennate, forlivese e imolese
Ravenna, Forlì, Imola - Emilia Romagna

Solidarieta
Settore
Finanza
ispirazione cristiana,solidarietà,mutualismo
1998
Nasce nel
Unione, uomini e una sfida vinta

Quando credito e finanza diventano valori basati su etica e virtù

Nata il 31 ottobre del 1998, la BCC ravennate, forlivese e imolese trova la sua radice storica in 14 Casse Rurali che, aggregatesi nel tempo mediante fusioni o altre operazioni straordinarie, si sono trasformate nell’attuale Banca di Credito Cooperativo, una cooperaativa che, al 31.12.2018, ammontava a 29.263 Soci e che opera su un vasto territorio di competenza che comprende le zone di Faenza, Imola, Lugo, Ravenna e Forlì. L’attività delle cooperative di credito da cui ha avuto origine la BCC è stata avviata oltre cento anni fa. Anche a Lugo la Cassa Rurale veniva fondata nel medesimo anno, da diciotto Soci fondatori, tra cui otto sacerdoti.
In generale nella Diocesi di Faenza le prime Casse Rurali furono costituite – essenzialmente in ambito parrocchiale e con una operatività locale molto limitata – alla fine del 1800 (oltre a Russi e Lugo, anche Bagnacavallo e Fusignano). Nel 1907 iniziò ad operare una prima struttura associativa destinata a diventare la Federazione Casse Rurali e società cooperative della Romagna. Furono 24 Casse Rurali ad aderire, salite a 57 nel 1910, ma alla fine delle due guerre mondiali – a seguito della grave crisi economica – in provincia di Ravenna ne rimasero attive 17. Negli anni Cinquanta i produttori agricoli svilupparono la cooperazione (supportati, in particolare modo, dall’organizzazione dei coltivatori diretti), impegnati in un’opera di trasformazione della vita rurale.
La Cassa Rurale ed Artigiana di Faenza nacque nel 1955 su iniziativa diretta delle organizzazioni della piccola impresa agricola e artigiana, per rispondere all’esigenza delle aziende contadine di accedere al credito per migliorare e potenziare la propria attività. Il 3 luglio 1955, nei locali della Coltivatori Diretti, i 39 Soci fondatori (28 coltivatori diretti, 7 agricoltori, 1 agronomo, 1 agente di campagna, 1 medico veterinario, 1 artigiano) costituirono, quindi, la Cassa Rurale ed Artigiana di Faenza. Presidente della Cassa negli anni fondamentali del suo sviluppo, dal 1965 al 1992, fu Giovanni Dalle Fabbriche. La Cassa Rurale ha poi saputo allargare la propria attività ai territori circostanti, incorporando le Casse preesistenti di Granarolo Faentino nel 1969, di Tredozio nel 1971, e di Cotignola nel 1972. Nel 1995 cambiò il nome in Credito Cooperativo Faenza a seguito della nuova legge bancaria. Nel 1998 con un nuovo progetto imprenditoriale, le Banche di Credito Cooperativo di Faenza, Lugo e Ravenna – Russi, costituirono il Credito Cooperativo Provincia di Ravenna, che nel 2002 allargò la propria azione al Circondario di Imola, fornendo continuità ad un’importante azione di solidarietà territoriale nata nell’appennino bolognese, e dando vita al Credito Cooperativo ravennate e imolese. Nel 2017 il Credito Cooperativo ravennate e imolese ha esteso la sua operatività anche al territorio forlivese con l’incorporazione della Banca di Forlì Credito Cooperativo, che rappresentava la sintesi del movimento cooperativo presente nella città, nascendo dalla confluenza di due storici istituti: la Cassa Rurale ed Artigiana di San Varano (nata nel 1900) e la Cassa Rurale ed Artigiana di Malmissole (nata nel 1905). Contestualmente ha assunto la denominazione di Credito Cooperativo ravennate, forlivese e imolese Società cooperativa.
Un storia di unione, di uomini e una sfida vinta grazie ai valori che avevano guidato, a partire dalla fine del 1800, tante persone animate dagli stessi ideali di ispirazione cristiana di solidarietà e mutualismo, dalla voglia di aiutare i più deboli e contribuire alla crescita economica delle attività produttive locali. Valori che ancora oggi sono alla base del modo di operare della nostra BCC e delle nostre Filiali, nonostante nel tempo sia cambiata la clientela e siano profondamente mutate le tecnologie e le possibilità di usufruire di servizi che un tempo non erano nemmeno immaginabili.